Volgono al termine i lavori al Bernascone di Varese

Il ponteggio che da alcuni mesi avvolgeva il campanile di San Vittore, nel centro storico di Varese, è stato tolto. Il corpo principale della torre campanaria, costruita a partire dal 1617 in materiale lapideo e mattoni, è tornato libero lasciando solo nella parte più bassa il cantiere che proseguirà alla base e all’interno della struttura.

«I lavori di restauro del campanile del Bernascone simbolo della città di Varese stanno volgendo al termine si concluderanno, dopo circa 13 mesi di lavoro – dice il prevosto di Varese, mons. Luigi Panighetti -. Già ora però è visibile l’imponente monumento perché è stato tolto integralmente il ponteggio che lo avvolgeva e lo nascondeva. È ora visibile da tutti nel suo ritrovato splendore; pulito è ripristinato nelle parti ammalorate, pronto ad affrontare altri secoli di storia ecclesiale e civile della nostra Comunità».

Risale alla fine del mese di novembre 2020 l’avvio del cantiere per il restauro conservativo che ha interessato tutta la struttura interna ed esterna con opere di pulizia, consolidamento e risanamento con finitura ed opportune protezioni finali.

Un processo che ha richiesto e superato i diversi passaggi necessari dai primi rilievi fotografici e materico-analitici, ai carotaggi esplorativi, indagini geognostiche fino all’approvazione del progetto da parte della soprintendenza ai Beni Culturali e degli uffici competenti della Curia Arcivescovile.

Lavori e sforzo non sono terminati. «Ora si proseguirà nel consolidamento di parti interne dalla manutenzione straordinaria di pareti, giroscala, cella campanaria, gli impianti, parti lignee all’illuminazione interna ai serramenti. E proseguirà anche il forte impegno per conservare questo bene caro a cittadini e fedeli chiedendo un aiuto e una mobilitazione, lanciando a breve iniziative per la raccolta di fondi».

Il progetto, infatti, fortemente finanziato dal Bando Fondazione Cariplo-Interventi Emblematici Maggiori cofinanziato da Regione Lombardia, e dalla generosità di parrocchiani e varesini richiede un ultimo sforzo per giungere il traguardo.

«Ci sarà modo di ringraziare coloro che hanno concorso al buon esito dell’opera per ora apprezziamone l’imponenza, lasciandoci stupire dal fatto che i nostri avi ci hanno lasciato un monumento di proporzioni e di fattura straordinaria. La Fede e l’intelligenza di chi ci ha preceduto costituiscono un monito formidabile perché anche il nostro tempo sia segnato dalla bellezza e dalla consegna di valori imperituri alle future generazioni».

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